STORIA DEL PARCO

Il Parco degli Acquedotti è uno dei polmoni verdi del quadrante sud-est di Roma, vero e proprio crocevia della rete idrica dell’ antica Roma, facente parte del Parco regionale suburbano dell’Appia antica. Si estende per circa 240 ettari tra il quartiere Appio Claudio, via delle Capannelle e la linea ferroviaria Roma-Cassino-Napoli. Rappresenta il residuo di un tratto di Agro Romano che originariamente si estendeva senza interruzioni fino ai Colli Albani, caratterizzato da vegetazione arborea, in particolare pini. L’ acquedotto Felice dà vita ad un laghetto che prosegue con un corso d’acqua ed una cascata che ricalcano l’ antica marrana dell’ Acqua Mariana.

III sec a.C.

Il nome del parco deriva dagli imponenti resti del sistema di 6 degli 11 acquedotti che resero celebre la città di Roma: Anio Vetus (sotterraneo), Marcia, Tepula, Iulia, Claudio e Anio Novus (sovrapposti). A questi si aggiunge l’ acquedotto Felice (sovrapposto allo Iulia), che fu costruito in epoca rinascimentale dal papato e tutt’ora impiegato per l’ irrigazione. In passato l’area era nota come Roma Vecchia, dal nome dell’omonimo casale ivi presente.

1965

La zona, destinata a verde pubblico dal piano regolatore del 1965, negli anni settanta fu espropriata e liberata dalle baracche, i cosiddetti “borghetti” che si addossavano all’acquedotto Felice. Sebbene la sovrintendenza provvide ai restauri, tutto rimase piuttosto abbandonato e nuove costruzioni abusive sorsero di continuo nell’area.

1986

Nel 1986, di fronte allo stato di degrado dell’area e al rischio di speculazione edilizia, alcuni cittadini crearono il Comitato per la salvaguardia del Parco degli Acquedotti e di Roma Vecchia. Grazie anche all’appoggio di alcuni intellettuali, come Lorenzo Quilici, il comitato riuscì nel 1988 a far inserire l’area degli Acquedotti nel Parco regionale dell’Appia antica.

2023

Gli ultimi interventi di miglioramento realizzati sono l’eliminazione dei vecchi orti abusivi, il ripristino idrico e paesaggistico della marrana dell’Acqua Mariana e il collegamento ciclo-pedonale con l’area di Tor Fiscale.