Acquedotto Iulia – “Acqua Iulia”

CENNI STORICI

Quello dell’ Acqua Iulia (Acquedotto Iulia) è stato il quinto acquedotto della città di Roma, costruito nel 33 a.C. dall’edile Marco Vipsanio Agrippa, amico e leale collaboratore di Ottaviano (in futuro imperatore Augusto). L’ opera fu dedicata proprio al futuro imperatore, membro di una prestigiosa famiglia romana, la gens Iulia, da cui prende il nome. Raccoglieva l’acqua da sorgenti nel territorio tuscolano, al XII miglio della via Latina, identificate presso l’attuale ponte degli “Squarciarelli”, nel comune di Grottaferrata. Le sorgenti erano a poca distanza da quelle che alimentavano l’acquedotto dell’Aqua Tepula.

CARATTERISTICHE

L’intero percorso misurava 15,426 miglia romane (ca. 22,5 km.), delle quali quasi la metà (circa 11 km.) in superficie. La portata giornaliera era di 1.206 quinarie, 50.043 m³ , corrispondenti a 579 litri d’acqua al secondo. Il dislivello passava dai 350 m di altitudine in corrispondenza della fonte ai 64 m circa di Roma.

Data la vicinanza con le sorgenti dell’ acqua Tepula, i due condotti viaggiavano insieme, in sotterranea, da un punto a tutt’oggi non individuato, fino alla piscina limaria (il bacino di decantazione) che si trovava nell’attuale zona delle Capannelle. Da lì in poi i condotti si separavano nuovamente, proseguendo in superficie ed utilizzando, per circa 9,6 km, le arcuazioni già edificate per l’acquedotto dell’Aqua Marcia, opportunamente ristrutturate per sostenere il maggiore sforzo. Il triplice condotto è ancora visibile nei tratti di arcate rimasti in piedi all’interno del parco. I due condotti continuavano comunque a viaggiare insieme, benché separati. La portata definitiva comune venne accresciuta in seguito da 92 quinarie prelevate dall’Acqua Marcia e di altre 163, molto più tardi, derivate dall’acquedotto del’Anio Novus.

L’arrivo a Roma dell’acqua (che poi si disperde) avviene ora con un canale noto come Marrana Mariana, costruito da Papa Callisto II nel 1122, all’epoca usato principalmente per i mulini e per l’irrigazione dei campi.

CARATTERISTICHE

L’intero percorso misurava 15,426 miglia romane (ca. 22,5 km.), delle quali quasi la metà (circa 11 km.) in superficie. La portata giornaliera era di 1.206 quinarie, 50.043 m³ , corrispondenti a 579 litri d’acqua al secondo. Il dislivello passava dai 350 m di altitudine in corrispondenza della fonte ai 64 m circa di Roma.

Data la vicinanza con le sorgenti dell’ acqua Tepula, i due condotti viaggiavano insieme, in sotterranea, da un punto a tutt’oggi non individuato, fino alla piscina limaria (il bacino di decantazione) che si trovava nell’attuale zona delle Capannelle. Da lì in poi i condotti si separavano nuovamente, proseguendo in superficie ed utilizzando, per circa 9,6 km, le arcuazioni già edificate per l’acquedotto dell’Aqua Marcia, opportunamente ristrutturate per sostenere il maggiore sforzo. Il triplice condotto è ancora visibile nei tratti di arcate rimasti in piedi all’interno del parco. I due condotti continuavano comunque a viaggiare insieme, benché separati. La portata definitiva comune venne accresciuta in seguito da 92 quinarie prelevate dall’Acqua Marcia e di altre 163, molto più tardi, derivate dall’acquedotto del’Anio Novus.

L’arrivo a Roma dell’acqua (che poi si disperde) avviene ora con un canale noto come Marrana Mariana, costruito da Papa Callisto II nel 1122, all’epoca usato principalmente per i mulini e per l’irrigazione dei campi.

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